Mandala

Presente nella raccolta Scritte sulla pelle.

Mandala

Cura il taglio dell'erba
a tarda primavera
e lascia che l'estate
secchi le stoppie
rimaste sul pendio
in bell'intreccio di paglie.

Qui d'autunno
il mandorlo precoce
ti regalerà i suoi frutti,
perfetti ovali, compressi
tra socchiuse labbra
di ancor tenero mallo.

Tra i fili le dita
d'impalpabili fieni
s'apriranno la via
al corpo intatto del guscio,
già legno al tatto,
ma d'essenza pregiata.

Di seta tu sai l'interno
che il polpastrello imprigiona
nella sua cava conchiglia.
Mano, per quanto esperta,
ad aprirla non vale.
Pietra ci vuole su pietra.

Pietra di dura cervice
e verginale, sempre,
intatto, irreparabile,
si spezza il mandala
liberando il sapore,
candido, del suo cuore gemello.

Latte ed olio, essenza
profumata, un sospiro di vento:
il segreto del mandala sta,
ben custodito, perché tu lo scopra
e ne sprigioni il gusto sottile
che subito svanisce.

S'assapori la vita
della fragranza gratuita
e la mano s'ingegni
a titillarla tra l'erba
e pulisca la falce
il fosso del superfluo.

Brilli il sole
sul candore delle nevi
e sulle nuvole di petali
del gran mandorlo in fiore,
quando è tempo
e quando tempo non è.

"È febbraio, mio profeta
dalle ossa di ghiaccio,
che segno vuoi che ti mandi?"
"Mandami un ramo di mandorlo,
l'albero che veglia, e forse
riuscirò a non dimenticarti."

(15 - 2 - 98)