Luogo non luogo

Presente nella raccolta Scritte sulla pelle.

Luogo non luogo

Alla svolta del sentiero
tra macchie di timo profumato
da sempre siedo,
nel sole e nel vento,
sulla stessa pietra.
Una testa grigia,
salita dal cuore delle terra,
perché la lepre pazza
osculti di marzo
l'aria nelle notti di luna
e in prima estate,
uniti a caduceo,
consumino i marassi
i loro timidi amori
di serpenti di prato.

Muto ascolto
il silenzio dei tufi
che di me non sanno
che il peso leggero
e il passare senza traccia
piú effimero del vento;
ma ricordano il padre,
fuggito prima
di avere piede d'uomo
e il sovvertire dell'aratro
che metteva a vigna la collina
e prima ancora l'ascia
del disboscatore e il fuoco
e gli antenati della lepre,
dei marassi e del vento.

E ricordano la pioggia dilavante
e il sole di sempre
e il timore, segreto,
profondo,
custodito
fin dal giorno sorgivo,
del farsi polvere
di ogni stare
nel cuore della terra,
al bordo del sentiero,
tra alberi di bosco
o timo profumato,
a conservare traccia
di eventi passeggeri.

Luogo non luogo
come me impotente
a custodire se stesso,
con mano aperta di amico
prendo, dalla tua durezza, conforto
e sento impalpabile il velo
che ti fa liscio e consuma.
Giorni di consuetudine
avremo passato insieme.

Giorni non piú giorni,
estinti, lontani, perduti,
che nessuno
potrà impedirci
di avere vissuto.

(10- 6- 97)